La definizione "Indaco" è stata usata per la
prima volta da Nancy Ann Tappe, che nel 1982 scrisse un libro
sull'argomento (Capire la vostra vita attraverso il Colore). Nancy,
scrittrice, sensitiva e terapeuta, è in grado di vedere quelli che lei chiama
"i colori della vita" ed ha un metodo personalissimo per
"leggere" questi colori. Alla fine degli anni settanta, Nancy
incominciò a notare una trasformazione nei colori vitali, con alcuni colori,
come il fucsia o il rosso cremisi, che tendevano ad affievolirsi o a
scomparire. Tuttavia la sua ricerca iniziò soltanto negli anni ottanta, quando
alcuni genitori, preoccupati per il comportamento anomalo, "fuori
dagli schemi" dei loro bambini, si rivolsero a lei per esseri
aiutati. Con sorpresa Nancy si accorse che il colore vitale di tutti
questi bambini tendeva all'azzurro violaceo. Di qui la definizione
"Bambini Indaco".
Chi sono dunque i Bambini Indaco?
Sono bambini che possiedono un' estrema
sensibilità, sono molto intuitivi e sono in grado di sentire che cosa c'è nella
nostra mente e nel nostro cuore. Vengono sul Pianeta Terra per aiutare
l'umanità a progredire verso il bene supremo, per farci capire che non esistono
diversità o differenze e che tutti noi facciamo parte del grande IO SONO. Per
far ciò, richiedono da tutti noi comprensione e tolleranza, amore
incondizionato, apertura, integrità morale e sincerità. La sfida che i genitori
devono affrontare è imparare a considerarli bambini "normali" e a
trattarli come tali. E' importante saper riconoscere i l loro valore,
apprezzare le loro doti, imparare a valorizzarle, ma nello stesso tempo permettere
loro di vivere la loro infanzia come qualunque altro bambino. Discriminarli o
trattarli come "diversi" può rendere la vita complicata sia per
loro sia per i genitori o per gli insegnanti e può avere gravi conseguenze
sullo sviluppo armonioso della loro personalità.
Caratteristiche dei
bambini indaco
·
Vengono al mondo con un senso di regalità
(e spesso si comportano di conseguenza)
·
Pensano di “meritarsi di
essere qui”e sono sorpresi quando gli altri non condividono questo loro punto
di vista
·
Non hanno problemi di
autostima. Spesso essi dicono ai loro genitori “chi sono”
·
Hanno difficoltà ad accettare
l’autorità ( soprattutto quando è imposta e immotivata)
·
Si rifiutano di fare alcune
cose, per esempio non amano aspettare in coda
·
Si sentono frustrati dai
metodi tradizionali che non richiedano l’impiego della loro creatività
·
Spesso , sia a casa che a
scuola, trovano la soluzione più logica per fare le cose, il che può farli
apparire anticonformisti e ribelli
·
Sembrano asociali a meno che
non si trovano con i loro simili
·
Se non ci sono bambini con la
loro stessa consapevolezza, si sentono incompresi e tendono a chiudersi in sé stessi
·
L’ambiente scolastico è
spesso difficile per loro
·
Non rispondono a discipline
basate sul senso di colpa
·
Non si sentono in imbarazzo a
parlare delle loro necessità
All'inizio degli anni ottanta, quando i
primi Indaco incominciarono ad arrivare,
nessuno sospettava che si trattasse di
una nuova generazione di bambini.
Essi
sembravano avere attributi psicologi ed atteggiamenti molto diversi
da quelli a
cui eravamo abituati.
Spesso erano bambini iperattivi, disattenti,
ribelli ad ogni forma di disciplina imposta, e si pensava che le difficoltà che si
incontravano nell'educarli fossero da imputarsi
alla società, alla mutata struttura familiare, allo sviluppo tecnologico, alla
violenza esaltata nei programmi televisivi, all'aumentato benessere, ecc...
Negli
Stati Uniti questo ha portato i genitori a richiedere l'aiuto di
psicoterapeuti,che
sempre più spesso "tenevano tranquilli" questi bambini con psicofarmaci.
Questa tendenza allarmante è andata aumentando
nel tempo, in maniera esponenziale, e sta prendendo piede
anche in Europa (è
di poche settimane fa un trafiletto apparso su
un settimanale a tiratura nazionale che parlava della facilità con
cui bambini particolarmente irrequieti vengono
trattati con psicofarmaci).
Non
si conoscono le conseguenze a lungo termine di questo abuso di "droghe legalizzate"ma la violenza
tra i giovani è un fenomeno preoccupante, per cui viene spontaneo chiedersi se
esista una correlazione
Le
principali sfide che i Bambini Indaco dovranno affrontare sono soprattutto
legate alle loro relazioni con gli altri. Essi hanno bisogno di molta
attenzione e considerazione e soffrono se la loro visione della vita, basata
essenzialmente sull'amore, viene fraintesa o, peggio ancora,
ridicolizzata. Alcuni di loro possono pertanto avere problemi a relazionarsi
con bambini "normali" o con adulti ancorati alle vecchie metodologie.
Può così accadere che questi bambini, provvisti di una grande
immaginazione, di grandi facoltà intellettive, di una forte mentalità
tecnologica e di elevate doti morali, ma iperattivi ed incapaci di usare il
pensiero lineare a cui siamo abituati, vengano etichettati come affetti da
"disordine da deficit di attenzione" e vengano di conseguenza
trattati con psicofarmaci per aiutarli a rientrare nella "normalità".
Tutto questo può avere un forte impatto sulla loro personalità, diminuire
la fiducia nelle loro capacità e portarli a scollegarsi dalla loro parte
divina.
A questo punto della nostra evoluzione, dobbiamo
comprendere l'importanza del ruolo che questi preziosi bambini, arrivati
tra noi con un bagaglio di grande consapevolezza, si sono assunti. Se sapremo
riconoscere il loro valore, capirli ed apprezzare le loro doti
intellettuali e morali, se non instilleremo in loro il senso di colpa e
la paura, da cui sono totalmente esenti, se li aiuteremo a seguire
la loro passione, essi saranno i nostri migliori maestri, ci insegneranno
a guardarci dentro ed a scoprire quelle verità interiori che per troppo tempo
non abbiamo saputo o voluto riconoscere. Apriamo dunque il nostro
cuore ed il nostro Spirito ed accettiamo i preziosi doni che queste creature
meravigliose, con amore infinito, ci offrono.
Bibliografia: Lee Carroll e Jan Tober "The Indigo
Children" - Ed. Hay House Inc.
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