domenica 19 febbraio 2012

LA FERITA DEL RIFIUTO

La Psicologia Prenatale, riconosce che la ferita di rifiuto è una delle più antiche, poiché si può manifestare già nel grembo materno. Quando la madre, dopo aver scoperto di essere incinta, mette in atto un  rifiuto che può essere verbale o emozionale, nel feto a livello istintivo già si imprime la percezione di rigetto che vivrà come minaccia alla sua sopravvivenza. Il rifiuto non è solo quello materno, ma può essere messo in atto dal futuro padre ed in questo caso il nascituro adotterà un atteggiamento difensivo nei confronti del mondo maschile.
Quando c’è un caso di tentato aborto, nel feto si instaura una reale minaccia di morte.
Il nascituro vivrà il restante periodo nel grembo materno con la percezione continua di essere in pericolo e potrà sviluppare durante la sua crescita  l’atteggiamento di iper controllo e di continua difesa, oppure questa esperienza, potrà conferire alla persona una grande forza d’animo e un attaccamento alla vita nonostante tutte le avversità che gli si presenteranno.
Quando il nascituro è di sesso diverso da quello desiderato da uno o entrambi i genitori, nell’animo della persona si imprime un grande senso di inadeguatezza  che esprimerà durante la vita, soprattutto nella fase dello sviluppo, attraverso disagi che limiteranno la libera espressione delle caratteristiche sessuali  fino a condizionarne l’orientamento.
A volte il bambino che vive questa ferita, potrà rinunciare a vivere la propria infanzia cercando di assomigliare il più possibile agli adulti, sperando così di essere accettato.
Altri atteggiamenti che  potrebbero  manifestarsi, in età più adulta, possono essere: la  tendenza alla fuga dalle responsabilità, dalla vita stessa  rifugiandosi nella fantasia, oppure  l’uso di  droga e alcool. Chi vive la ferita del rifiuto potrà anche avere la tendenza ad affermare il proprio diritto di esistere con un ossessivo bisogno di conferma da parte degli altri, provocando tuttavia, in loro, la stessa reazione di rifiuto che desiderava evitare.
Per essere accettato l’individuo adotterà varie strategie di compensazione come avere un comportamento di perfezionismo o  di possedere,o sviluppare comportamenti compiacenti e seduttivi.





Lise Bourbeau  ha descritto così la ferita di rifiuto:

Occhi: piccoli, con una espressione di paura, o con l’impressione che ci sia una maschera intorno agli occhi.
Vocabolario:una nullità, niente, inesistente, scomparire”
Carattere: distaccato dalle cose materiali, perfezionista, intellettuale, passa attraverso fasi di grande Amore alternante ad odio profondo. Non crede di avere il diritto di esistere;difficolta’ sessuali. Si crede uno zero assoluto,senza valore: cerca la solitudine; evanescente, ha la capacita’ di rendersi invisibile. Trova vari modi per fuggire; facilmente si esilia sul piano astrale. Si crede incompreso; difficoltà nel lasciar vivere il proprio bambino interiore.
Massima paura: il panico.
Alimentazione: emozioni o paura gli tolgono l’appetito. Porzioni piccole. Per fuggire: zucchero,alcol o droga. Predisposto alla anoressia.
Possibili malattie: pelle, diarrea, aritmia, cancro, problemi respiratori, allergie, vomito, svenimento, coma, ipoglicemia, diabete, depressione con intenti suicidi, psicosi.


 
 












La Musicoterapia è un metodo olistico, considera la persona in tutti gli aspetti: emozionali, mentali e fisici.
Attraverso un percorso emotivo, si utilizzano strumenti che permettono alla persona di contattare il proprio vissuto, facendo emergere questa ferita, cogliendone gli aspetti che ostacolano la piena espressione di sé.
Con l'utilizzo di percorsi immaginativi simbolici e l’ascolto di particolari suoni,  vengono rilasciate le paure e potenziate le risorse. Attraverso la rielaborazione della propria esperienza si sviluppa nella persona, una nuova consapevolezza al fine di ritrovare l’amore verso sè stessa.
Carmen Andreoli

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