sabato 25 febbraio 2012

UMILIAZIONE E VERGOGNA




“Nessun bambino nasce con un complesso di inferiorità.
Sono i genitori, gli insegnanti, i preti, la società, la cultura, a essere responsabili per la creazione del complesso di inferiorità del bambino. Le intenzioni dei genitori, non sono cattive, le intenzioni dei parenti, non sono cattive.
Non sospetto mai delle loro intenzioni, ma sospetto della loro intelligenza. Sospetto della loro comprensione della natura umana, della sua crescita, delle sue possibilità.”

Osho - from Bondage to Freedom

Umiliazione e vergogna

La ferita dell’umiliazione equella della vergogna sono strettamente legate.
La vergogna è uno stato in cui sentiamo che dentro di noi c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato. E' una profonda sensazione interiore di umiliazione, non legata a qualcosa di specifico, ma relativa al nostro proprio essere. Partendo da questo basilare senso di inadeguatezza perdiamo il contatto con le nostre energie vitali e le nostre sensazioni. Non ci fidiamo di quello che sta succedendo dentro di noi e perdiamo la capacità di provare sensazioni ed esprimerle.
La vergogna ci deruba del nostro potere e della chiarezza necessaria per fronteggiare l’incertezza della vita, ci priva dell’abilità di impegnarci a vivere completamente, coraggiosamente, gioiosamente, con abbondanza e creatività.

a tu per tu con la paura  Krishananda


Il bambino che ha subito la ferita dell'umiliazione è un bambino che si vergogna, ha paura che gli altri si vergognino di lui.
Ha difficoltà ad esprimersi e non si sente adeguato.
Durante la crescita svilupperà (nella maggior parte dei casi) un atteggiamento masochista.
Vediamo insieme le caratteristiche del masochista :
· difficoltà ad esprimere le sue vere necessità
· si rimprovera per qualsiasi cosa fino ad addossarsi le colpe altrui
· ascolta solo i suoi bisogni
· vive un senso di impotenza di fronte alle persone che ama.
I disturbi e le malattie che si collegano a questa ferita possono essere :
· mal di schiena si fa carico di troppe situazioni
· disturbi agi arti inferiori   vive la paura di non riuscire a muoversi
· gola poichè trattiene la comunicazione e l'espressione
· pruriti perchè non vuole ascoltare i suoi bisogni

domenica 19 febbraio 2012

LA FERITA DI ABBANDONO





I termini abbandono, privazione e vuoto sono tre modi in cui possiamo guardare la stessa ferita, tre maniere differenti in cui questo buco interiore può essere aperto.
In qualche modo, il nostro bambino interiore ha provato l'esperienza di essere abbandonato fisicamente o emozionalmente.
Il dolore era così opprimente che l'abbiamo sepolto nel nostro inconscio.
Tutti i nostri meccanismi di sopravvivenza sono stati un tentativo di riprendersi da questa aggressione.
Tuttavia la guarigione non può avvenire se non portiamo alla coscienza queste antiche esperienze.
In qualche modo dobbiamo riaprire la ferita. E ciò avviene principalmente nelle nostre relazioni intime.
Quando proviamo l'esperienza di perdere qualcuno o di essere rifiutati, abbiamo ricreato la nostra ferita di abbandono. Infatti la nostra paura di di riprovare il senso di abbandono è la ragione principale per cui evitiamo l'intimità.
Invece di correre il rischio ci manteniamo ad un livello leggero, drammatico, conflittuale.
Inconsapevolmente, facciamo qualsiasi cosa per evitare di aprirci con fiducia ed essere costretti ad affrontare lo stesso senso di tradimento che abbiamo provato da bambini e che abbiamo dimenticato...
...L'abbandono provoca nel nostro bambino interiore la paura tremenda che nessuno si prenda cura di lui.
Quando, per esempio la persona che amiamo, ci lascia o minaccia di farlo, arriviamo a tu per tu con ricordi inconsci sull' abbandono che abbiamo sepolto...

...(Ricordati che il nostro bambino interiore è rimasto ancora al momento in cui si è verificata la ferita).
La paura si manifesta nel corpo e può provocare malattia fisica.
Influenza i nostri sogni.
Può provocare tanti di quei fastidi nella nostra vita normale, da farci temere di non essere in grado di farcela.
Quanto più siamo inconsapevoli dell'esperienza dell'abbandono tanto più questa si manifesta con reazioni fisiche...
...Per chi cerca la verità, l'esperienza dell'abbandono introduce una prospettiva completamente nuova.
Per il nostro bambino è abbandono, ma per il nostro ricercatore è l' ingresso in un vuoto che tutti noi dobbiamo affrontare prima o poi.
Affrontarlo può aprire un profondo spazio di fiducia.


Tratto da   A TU PER TU CON LA PAURA    Krishnananda




caratteristiche di chi vive la ferita di abbandono:


è una persona che si sente vittima,  ha un continuo bisogno di attenzione soprattutto di sostegno.
Vive la solitudine, è spesso "assente"
usa espressioni tipo "non reggo"  "ho il fiato sul collo"
Ha paura di non farcela
Le posssibili malattie che può sviluppare sono:
problemi alla schiena, asma, bronchite, emicrania, ipoglicemia, agarofobia, diabete, ghiandole surrenali, miopia, isteria, depressione, malattie rare che attirano maggiomente l'attenzione, malattie incurabili


tratto da "LE CINQUE FERITE" di Lise Bourberau

LA FERITA DEL RIFIUTO

La Psicologia Prenatale, riconosce che la ferita di rifiuto è una delle più antiche, poiché si può manifestare già nel grembo materno. Quando la madre, dopo aver scoperto di essere incinta, mette in atto un  rifiuto che può essere verbale o emozionale, nel feto a livello istintivo già si imprime la percezione di rigetto che vivrà come minaccia alla sua sopravvivenza. Il rifiuto non è solo quello materno, ma può essere messo in atto dal futuro padre ed in questo caso il nascituro adotterà un atteggiamento difensivo nei confronti del mondo maschile.
Quando c’è un caso di tentato aborto, nel feto si instaura una reale minaccia di morte.
Il nascituro vivrà il restante periodo nel grembo materno con la percezione continua di essere in pericolo e potrà sviluppare durante la sua crescita  l’atteggiamento di iper controllo e di continua difesa, oppure questa esperienza, potrà conferire alla persona una grande forza d’animo e un attaccamento alla vita nonostante tutte le avversità che gli si presenteranno.
Quando il nascituro è di sesso diverso da quello desiderato da uno o entrambi i genitori, nell’animo della persona si imprime un grande senso di inadeguatezza  che esprimerà durante la vita, soprattutto nella fase dello sviluppo, attraverso disagi che limiteranno la libera espressione delle caratteristiche sessuali  fino a condizionarne l’orientamento.
A volte il bambino che vive questa ferita, potrà rinunciare a vivere la propria infanzia cercando di assomigliare il più possibile agli adulti, sperando così di essere accettato.
Altri atteggiamenti che  potrebbero  manifestarsi, in età più adulta, possono essere: la  tendenza alla fuga dalle responsabilità, dalla vita stessa  rifugiandosi nella fantasia, oppure  l’uso di  droga e alcool. Chi vive la ferita del rifiuto potrà anche avere la tendenza ad affermare il proprio diritto di esistere con un ossessivo bisogno di conferma da parte degli altri, provocando tuttavia, in loro, la stessa reazione di rifiuto che desiderava evitare.
Per essere accettato l’individuo adotterà varie strategie di compensazione come avere un comportamento di perfezionismo o  di possedere,o sviluppare comportamenti compiacenti e seduttivi.





Lise Bourbeau  ha descritto così la ferita di rifiuto:

Occhi: piccoli, con una espressione di paura, o con l’impressione che ci sia una maschera intorno agli occhi.
Vocabolario:una nullità, niente, inesistente, scomparire”
Carattere: distaccato dalle cose materiali, perfezionista, intellettuale, passa attraverso fasi di grande Amore alternante ad odio profondo. Non crede di avere il diritto di esistere;difficolta’ sessuali. Si crede uno zero assoluto,senza valore: cerca la solitudine; evanescente, ha la capacita’ di rendersi invisibile. Trova vari modi per fuggire; facilmente si esilia sul piano astrale. Si crede incompreso; difficoltà nel lasciar vivere il proprio bambino interiore.
Massima paura: il panico.
Alimentazione: emozioni o paura gli tolgono l’appetito. Porzioni piccole. Per fuggire: zucchero,alcol o droga. Predisposto alla anoressia.
Possibili malattie: pelle, diarrea, aritmia, cancro, problemi respiratori, allergie, vomito, svenimento, coma, ipoglicemia, diabete, depressione con intenti suicidi, psicosi.


 
 












La Musicoterapia è un metodo olistico, considera la persona in tutti gli aspetti: emozionali, mentali e fisici.
Attraverso un percorso emotivo, si utilizzano strumenti che permettono alla persona di contattare il proprio vissuto, facendo emergere questa ferita, cogliendone gli aspetti che ostacolano la piena espressione di sé.
Con l'utilizzo di percorsi immaginativi simbolici e l’ascolto di particolari suoni,  vengono rilasciate le paure e potenziate le risorse. Attraverso la rielaborazione della propria esperienza si sviluppa nella persona, una nuova consapevolezza al fine di ritrovare l’amore verso sè stessa.
Carmen Andreoli

ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’DELLA PROPRIA SALUTE E DELLA PROPRIA FELICITA’

 Ciò che chiamiamo malattia è la fase terminale di un disturbo più profondo, e perché un trattamento possa avere davvero successo è evidente che non basterà curare la sola conseguenza senza risalire alla causa fondamentale che andrà eliminata

Dottor Edward Bach

ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’DELLA PROPRIA SALUTE E DELLA PROPRIA  FELICITA’
Assumere la responsabilità di ciò che viviamo significa riconoscere e accettare che i nostri pensieri, i nostri sentimenti e i nostri atteggiamenti, proprio come le lezioni che bisogna  imparare nella nostra evoluzione, abbiano dato luogo sia alle situazioni felici o infelici in cui ci siamo imbattuti, sia alle difficoltà o alle gioie che viviamo attualmente……
La legge della responsabilità, di conseguenza non ha nulla a che fare con il merito o la punizione con la fortuna o la sfortuna, con la giustizia o l’ingiustizia, oppure con la colpa riguarda solo il concatenarsi delle cause e degli effetti.
Non siamo forse liberi di accettare una credenza o di rifiutarla? Di scegliere le parole di cui ci serviamo? Di interpretare una parola o una situazione?
Non siamo forse liberi di amare o di odiare, di accusare o di comprendere, di dire del male o di dire del bene?
Non siamo forse liberi di guardare la verità in faccia o di mentire a noi stessi?Di reagire o di agire? Di alimentare la paura o di avere fiducia?
Sì siamo tutti liberi dei nostri pensieri , dei nostri sentimenti delle nostre credenze, dei nostri atteggiamenti, delle nostre scelte.

Claudia Ranville

Se siamo tutti liberi di poter scegliere, cosa influenza i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre credenze, i nostri atteggiamenti, le nostre scelte?
Cosa crea in noi disagi, blocchi e malattie nel nostro corpo mentale, emozionale  e fisico?
Quale ferita profonda continua a richiamare la nostra attenzione?
Le ferite principali che ci condizionano e sono :
  •  rifiuto
  •  abbandono
  •  tradimento
  •  ingiustizia
  •  vergogna
Nel post successivo svilupperò la ferita di rifiuto


martedì 14 febbraio 2012

PENSO......PENSO......PENSO......

Quando i pensieri ci riempiono la testa, in genere si manifesta un’ansia in associazione a una cefalea tensiva o a un attacco di emicrania pulsante. A volte sono presenti anche altri sintomi localizzati al capo, alle orecchie, agli occhi,  all'articolazione del collo, con manifestazione di  vertigini e afte nella bocca dovute al calo delle difese immunitarie.
Questi sintomi sono l’espressione di messaggi profondi che indicano uno squilibrio energetico. Le persone molto razionali, molto controllate che tendono a organizzare tutto e tutti, che basano la loro vita sulla carriera, che si danno regole rigide, che vogliono avere l’ultima parola su tutto, sono le più a rischio.
Le paure più grandi che queste persone vivono sono: la paura del giudizio, di perdere il controllo, di perdere potere e la paura di perdere l’autorità. Queste paure sono l’espressione di un’energia maschile predominante.
Come familiarizzare quindi con l’energia femminile che per queste persone è sconosciuta? attraverso piccoli cambiamenti come:

imparare  a delegare;
concedersi qualche trasgressione;
prendersi del tempo per fare niente;
sviluppare la propria creatività;
Fare esercizi di respirazione, di rilassamento, di meditazione che permettono di rilasciare  tensioni, rigidità, blocchi, e favoriscono il contatto con la parte profonda, istintuale di sé stessi.

Carmen Andreoli

domenica 12 febbraio 2012

MUSICOTERAPIA

La WORD FEDERATION OF MUSIC THERAPY 
"federazione mondialedi musicoterapia", ha dato la seguente definizione:
La musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l'integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.


   
La musicoterapia polivalente, elaborata e proposta dalla Facoltà di Musicoterapia della Libera Università Medicine Naturali e Artiterapie / L.U.M.E.N.A. di Pescara, ovvero dal Dott. Prof Fabio Trippetti e dalla Dott.ssa Prof.ssa Cristina Viani, è una tecnica con approccio olistico. I suoni, infatti, provocano nello stesso tempo reazioni emotive e risposte fisiologiche, per cui nell’intervento musicoterapeutico, mente e corpo e spirito vengono considerati nella loro unità. E’ una tecnica flessibile rivolta alla prevenzione, sostegno o risoluzione (a seconda del tipo di problematica) di patologie della sfera emotiva, cognitiva e motoria. Nell’ambito preventivo viene utilizzata, con ottimi risultati, su tutte le aree della personalità, nella prima infanzia e nella scuola, come stimolazione dello sviluppo globale dell’individuo nell’ambito del processo di apprendimento e viene inserita nel normale processo educativo. E' inoltre rivolta a tutte le persone che sentono l’esigenza di migliorare la comunicazione e le proprie relazioni, che vogliono approfondire la conoscenza di sé, risvegliare la propria creatività, che desiderano raggiungere un equilibrio psico- fisico”.


Alcuni campi di intervento della musicoterapia polivalente:

Adulto:
attacchi di panico, ansia, depressione, insonnia,  tutte le forme di somatizzazione (coliti, gastriti, cefalee, problemi della pelle, ulcera gastrica, tachicardie, etc.), disturbi dell’alimentazione, problemi nella sfera affettiva, sessuale ed emotiva, rigidità corporea e supporto al risveglio dal coma.
Bambino:
autismo, disturbi della sfera cognitiva, dislessia, ritardi evolutivi, ipercinesie, disturbi dell’apprendimento, disarmonie motorie, ansia, stress, asma, allergie e tutte le forme di somatizzazione.
 
Principi base della pratica musicoterapeutica:- il paziente è parte attiva della terapia;
- la centralità del rapporto di fiducia e l'accettazione incondizionata rispetto al paziente;
- l'adattamento e la personalizzazione della tecnica volta per volta;
- scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta.

BENVENUTO




Ciao benvenuto/a nel mio blog
  mi chiamo Carmen Andreoli  sono un'anima in cammino nella crescita verso la Luce...
   una persona curiosa che ricerca e che ha voglia di condividere informazioni ed  esperienze.




sono Musicoterapeuta laureata presso la L.U.ME.N.A.
 Libera Università Medicine Naturali e Artiterapie Facoltà di Musicoterapia
 di Pescara

la mia mail
carmen-A@tiscali.it

LA MUSICOTERAPIA NELLE PROBLEMATICHE ALLERGICHE E RESPIRATORIE

La Musicoterapia inserita nel progetto del campo Scuola Asma "RESPIRO LIBERO" ha trovato una partecipazione molto sentita da p...